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Massimiliano Maola 

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Glutei: come l'anatomia determina la scelta degli esercizi (parte 2).

2024-01-24 13:42

Massimiliano

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Glutei: come l'anatomia determina la scelta degli esercizi (parte 2).

’’...soggetti che evidenziano una maggiore profondità nella cavità acetabolare e un collo del femore leggermente più corto potrebbero..."

Capita che un trainer ci dica che per un maggiore sviluppo dei nostri glutei, e degli arti inferiori in generale, andrebbero eseguiti dei squat sotto al parallelo e che le eventuali difficoltà nella sua esecuzione dipendano dalla nostra scarsa mobilità che costituisce quindi un fattore limitante...quando invece é la nostra anatomia a esserlo.


Scrivevamo ’’...soggetti che evidenziano una maggiore profondità nella cavità acetabolare e un collo del femore leggermente più corto potrebbero non essere in grado di accovacciarsi in profondità perché il loro femore si scontra, anzitempo, con la cresta dell’acetabolo ’’. Per queste persone una squat profondo - unitamente ad una stance (posizione dei piedi) ristretta - potrebbe causare criticità all’anca, viceversa uno squat al parallelo ma da una posizione più ampia e sicuramente un’opzione da considerare (senza perdere di efficacia). 


Occorre inoltre fare delle considerazioni su come le proporzioni tronco-coscia possano profondamente influenzare l’esecuzione dello squat. Per primo ho sempre cercato di rispettare, nella massima accosciata, il perfetto parallelismo tronco-tibia ma questo é possibile solo con una coscia e un tronco ben proporzionate nella rispettive lunghezze. 

 

Infatti, un altro esempio di come l’anatomia possa influenzare il movimento è rappresentato dalla proporzione esistente tra femore e tronco (antropometria). Prendiamo ad esempio i movimenti di squat e stacco a gambe semi tese. Per mantenere l’equilibrio ed eseguire correttamente l’esercizio dobbiamo mantenere la proiezione del bilanciere centrata al mesopiede ma...


Tutti quelli che presentano una lunghezza della coscia maggiore di quella del tronco, allo scopo di mantenere la proiezione del bilanciere al centro del piede e non sbilanciarsi all’indietro, dovranno maggiormente inclinare in avanti il tronco, con tutte le conseguenze del caso (diminuisce la componente di forza longitudinale alla colonna mentre aumenta quella perpendicolare, ovvero aumenta la forza di ’’taglio’’...sigh, sigh!)  


Viceversa, per tutti quelli che che evidenziano una lunghezza del tronco maggiore di quella della coscia, sempre allo scopo di mantenere la proiezione del bilanciere al centro del piede e (al contrario di quanto avveniva in precedenza) non sbilanciarsi in avanti, dovranno ridurre l’inclinazione del tronco e questo comporterà una minore flessione di ginocchio e anca ovvero una diminuzione dell’efficacia dell’esercizio.

 

MM 

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